27.03.2022

PENE D'AMOR PERDUTE

Data dell'evento: dal 27.03.2022 al 03.04.2022 alle ore 20:30

Teatro Due, ore 20.30

(Dal comunicato stampa)

di William Shakespeare

traduzione Luca Fontana

con Massimiliano Aceti, Maria Chiara Arrighini, Matilde Bernardi, Marco Fanizzi, Chiara Ferrara, Davide Gagliardini, Vincenzo Grassi, Irene Mantova, Luca Nucera, Salvatore Palombi, Guido Quaglione, Massimiliano Sbarsi, Rebecca Sisti, Francesca Somma, Marcello Vazzoler, Pavel Zelinskiy

regia Massimiliano Farau

produzione Fondazione Teatro Due

Debutta il 26 marzo 2022 alle ore 20.30 in prima nazionale a Teatro Due di Parma PENE D?AMOR PERDUTE di William Shakespeare con la regia di Massimiliano Farau, che dirige Massimiliano Aceti, Maria Chiara Arrighini, Matilde Bernardi, Marco Fanizzi, Chiara Ferrara, Davide Gagliardini, Vincenzo Grassi, Irene Mantova, Luca Nucera, Salvatore Palombi, Guido Quaglione, Massimiliano Sbarsi, Rebecca Sisti, Francesca Somma, Marcello Vazzoler, Pavel Zelinskiyun una compagnia energicamente creativa, composta di giovanissimi diplomati insieme a membri dell?Ensemble Stabile di Teatro Due, (repliche 27 marzo, 1, 2, 3 aprile). Nel giardino della corte di Navarra, un luogo fuori dal tempo, labirintico e pieno di simboli dal sapore un po? surreale tra Dalì, Magritte e Warhol si svolge la vicenda: il Re convince i suoi tre amici del cuore a dedicarsi per tre anni agli studi, evitando qualsiasi piacere della carne e soprattutto le tentazioni del gentil sesso.  L?inaspettato arrivo di una delegazione, formata dalla Principessa di Francia e da tre bellissime e brillanti dame, li renderanno però ben presto spergiuri. Dopo aver tradito il loro intento, un po? vergognandosene un po? mentendo l?un l?altro, inizieranno il corteggiamento scrivendo ampollose poesie amorose, nelle quali Shakespeare realizza una irresistibile parodia di tutta la tradizione cortese, post stilnovista e post petrarchesca.

Grazie a queste quattro ?maestre d?amore?, e ad un?inattesa epifania del lato più doloroso della vita, comprenderanno anche la natura adolescenziale della propria visione dell?amore e dell?esistenza, e la vacuità del loro culto fanatico del linguaggio concettoso e lambiccato come mezzo di ?conquista? erotica.

?Nella veloce quanto incisiva educazione sentimental-esistenziale cui vengono sottoposti ? racconta il regista Massimiliano Farau - , i quattro cavalieri, e con loro forse Shakespeare stesso - che in questa commedia tocca il vertice del proprio virtuosismo stilistico ma quasi con malinconia ne scopre anche il limite - non possono fare a meno di constatare una verità che secoli dopo Harold Pinter sintetizzerà così ?il linguaggio è un costante stratagemma per coprire la nudità?.

E attraverso questa consapevolezza accederanno, forse, ad una saggezza diversa, ad una visione della vita e dell?amore che non cerca più di espungere il dolore a colpi di wit ?eufuistico?, ma lo ingloba in una concezione più matura della condizione umana; una concezione fondata sulla consapevolezza della nostra fallibilità e finitudine; ed entro la quale la donna non è un territorio di conquista ma può diventare autenticamente (e letteralmente) con-sorte nell?affrontare anche le asperità e i lati meno luminosi della vita.

Con Pene d?amor perdute Shakespeare ha creato un teorema perfetto, sfrenatamente buffo ma anche screziato di una strana inquietudine, sui limiti dell?amore cosiddetto cortese (con tutto il suo apparato, in realtà, di metafore violentemente belliche per descrivere, appunto, la ?conquista? della donna) e insieme di una idea della ricerca della verità come atto puramente intellettualistico di presa di possesso del reale. Due facce, a pensarci bene, della stessa attitudine predatoria verso il mondo e la donna, da cui noi uomini siamo troppo facilmente tentati?.

La messa in scena si rifà all?immaginario di quell?epoca di idealismi e aspirazioni spiritualistiche misticheggianti vagamente velleitarie, la cui epitome è il viaggio in India dei Beatles. I costumi di Ilaria Albanese rimandano alla moda degli anni ?60, mentre le musiche di Enrico Padovani rielaborano al clavicembalo alcuni brani iconici del quartetto di Liverpool, come per dar loro una patina ironicamente antichizzante; lo spazio scenico, un giardino esoterico e iniziatico ricco di simboli tali da creare un?atmosfera surreale è curato da Fabiana Di Marco e illuminato dalle luci di Luca Bronzo"

Per info e biglietti: tel. 0521.230242

Luogo: Teatro Due
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YES LAND

Data dell'evento: 27.03.2022 alle ore 16:30

Teatro al Parco, ore 16.30

con Giulio Lanzafame
per adulti e bambini da tre anni
(Lo spettacolo fa parte di Sciroppo di teatro. Un progetto di Ater Fondazione)

Giulio Lanzafame unisce clownerie e tecniche circensi: acrobatica, giocoleria, corda molle, equilibrismo, manipolazione di oggetti. Ciò che a prima vista può sembrare una casa caotica è, in realtà, l?universo di Giulio, eterno viaggiatore in cerca di approvazione, che cerca di mettere ordine.

Per info e prenotazioni: tel. 0521 992044

Luogo: Teatro al Parco
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CAPPUCCETTO ROSSO TUTTO DA RIDERE

Data dell'evento: 27.03.2022 alle ore 17:00

Nuovo Teatro di via Pini, ore 17

(Dal comunicato stampa)

Testo  e regia: Manuele Morgese
Con Manuel Loberto, Alessandro Greco ed Emanuele Di Luca

Uno spettacolo della Compagnia Teatro Zeta di L'Aquila

Un gruppo di giovani attori maldestri deve recitare la favola di Cappuccetto Rosso per un gruppo di bambini in una scuola di un paesino dell'entroterra abruzzese.... Purtroppo all'appuntamento giungono solo in tre, cioè la metà della compagnia... Manca soprattutto la protagonista...e lo spettacolo deve comunque andare in scena... Uno dei tre maschietti sarà costretto a fare i ruoli femminili...In una successione di gag esilaranti e grottesche cominciano le prove... Colpo di scena ...ad un certo punto la realtà si fonde con la finzione e i tre attori in prova nella piazza del paesino, incontrano, dopo assurdi colpi di scena, una serie di strani personaggi che ricordano quelli della stessa favola di Cappuccetto.... Spettacolo tutto da ridere....

(A partire dai 5 anni)

Luogo: Nuovo Teatro di Via Pini
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