08.12.2022

IL GATTO E LA VOLPE

Data dell'evento: 08.12.2022 alle ore 15:30

P.le Cesare Battisti, ore 15.30 (in replica alle 17.30 in B.go del Parmigianino)

con Mario Mascitelli e Mario Aroldi

Regia di Mario Mascitelli.

Una rilettura della favola di Pinocchio che mette in luce il passato (sconosciuto a tutti) dei due loschi personaggi che, su di una panchina in attesa di Mangiafuoco, raccontano e si raccontano in maniera farsesca e delicata. Un chiaro ammiccamento ai due personaggi della pièce ?Aspettando Godot? di S. Beckett che prosegue la linea di ricerca della compagnia, verso i classici per adulti riletti per i bambini. Dopo l?Amleto di Shakespeare, infatti, è la volta di un classico del teatro dell?assurdo a essere reinterpretato per portarlo a conoscenza di quello che sarà il pubblico di domani.

(spettacolo patrocinato dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi)

EVENTO GRATUITO

Per info e prenotazioni: 331 8978682

Luogo: P.le Cesare Battisti
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SASSO

Data dell'evento: 08.12.2022 alle ore 16:30

Teatro al Parco, ore 16.30

(Dal comunicato stampa)

"Quanta forza, quanto potere hanno gli oggetti? La domanda è generata da una luminosa frase di Gianni Rodari che è tra le ?fonti? di «Sasso», la nuova creazione di Marina Allegri e Maurizio Bercini, lui anche performer in scena, primo capitolo di una trilogia, «Oggettivo», prodotta dal Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti.

Lo spettacolo, rivolto ad adulti e bambini dai 6 anni, va in scena in prima nazionale al Teatro a Parco di Parma l?8 dicembre alle 16.30 (a seguire, alle 18, torna «The Barnard Loop», una creazione di «magie nouvelle» della Compagnia Dispensabarzotti). Come ci raccontano gli effetti delle onde generate nell?acqua, la sabbia rimossa del fondale e tutti gli altri oggetti obbligati ad abbandonare la loro immobilità o la loro pace in una celebre pagina della «Grammatica della fantasia», il sasso è, come la parola, un metaforico agitatore di stagni, un potenziale generatore di cambiamento. Gli oggetti, anche i più comuni e perfino ?brutti?, possono generare storie e creare bellezza. E dunque, chi incontri teatralmente un oggetto sulla propria strada può interpretarlo e viverlo, come fa «Sasso», come un catalizzatore di avventure e di esperienze, un generatore di narrazioni e di miti, uno strumento creativo e di liberazione umana.

Come dice il Matto a Gelsomina ne La strada di Fellini, nell?altra frase-manifesto di questo lavoro, «Non lo so a cosa serve questo sasso io, ma a qualcosa deve servire. Anche tu servi a qualcosa». Ed ecco che in questo spettacolo è proprio un oggetto, un sasso, a rappresentare l?incontro fatale, l?incontro del destino di ogni romanzo di formazione, per Bambino, un fanciullo talmente povero che non ha nemmeno un nome, ma ha una forza nascosta e un segreto: la sua rivoluzione è dentro quel sasso. La storia di Bambino e di Sasso è come la trama parallela, sorgente, sotterranea e riaffiorante, in una scena circolare sparsa di pochi oggetti, che generano un girotondo di narrazioni e di azioni, innescate dalla potenza dell?oggetto nell?essere se stesso, nel non diventare altro da sé. E che, se qualcuno sa guardarlo, può tradurre in atto la sua potenzialità, vita, esperienza, come gli oggetti invisibili e nascosti e addormentati nello stagno di Rodari: la barchetta, la ninfea, il galleggiante. Può innescare miti e leggende, per connessioni di significati, parole, suoni, immagini, dalla contesa tra Achab e la Balena a quella tra Davide e Golia, il fanciullo che sconfigge il gigante dei Filistei e libera il suo popolo con il coraggio e la fede. Può innescare, per associazione di idee e per analogie, impetuose e generose proteste contro le ferite inferte dall?uomo alla Natura. Può far spaccare una noce rendendola mangiabile, e il bambino lo scopre facendone esperienza, provando prima a romperla coi denti.


«L?idea ? racconta Maurizio Bercini - è di raccontare con gli oggetti senza aver bisogno di nulla come scenografia. L?unica scenografia vera è un sasso. In scena interagisco con gli oggetti come se fossi io il movimento che il sasso produce, le onde concentriche che si allargano. Io ho provato ad allargare le mie vedute come fanno gli oggetti mossi dal sasso rodariano. Il desiderio è di provare a raccontare con pochi oggetti, una paletta, un secchio, una barchetta di carta, senza dover per forza contestualizzarli in un ambiente».

Per info e prenotazioni: tel. 0521 992044

Luogo: Teatro al Parco
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