03.12.2022

MOSTRARIO - Parte II, Il Bestiario della Terra

Data dell'evento: dal 03.12.2022 al 04.12.2022 alle ore 20:00

Teatro Due, dalle ore 20 alle 22.30 (domenica dalle 17 alle 19.30)

(Dal comunicato stampa)

"I diversi spazi del Teatro Due diventano luogo del viaggio tra creature e storie che popolano Il Bestiario della Terra. Installazioni e performance rigorosamente dal vivo con attori, danzatori, cantanti, musicisti e burattinai compongono un?esplorazione fantastica, in continuo divenire, dei temi fondanti la relazione tra essere umano e animale. Figure antropomorfe, animali ed esseri ibridi tra umano e animale, prendono vita come catapultati all?interno del teatro da un mondo onirico; i visitatori potranno incontrarli muovendosi liberamente fra gli spazi, immergendosi in un?esperienza unica, inedita e irripetibile.

 

Mostrario. parte II

IL BOSCO DI CERNUNNOS
Spirito della mitologia celtica, penetrata fino in Emilia, Cernunnos è una creatura dalle grandi corna da cervo, e dal volto umano. È lo spirito divinizzato degli animali, dio della fecondità maschile, della natura selvaggia e anche della morte. Un mostro il cui corpo organico e il cui volto umano concentrano in sé tutti gli universi di senso da cui l?uomo contemporaneo si è allontanato. Il suo canto, che vibra in un bosco metaforico all?imbrunire, è scritto sotto forma di lied ottocentesco, ipnotico richiamo teso a riconnettere mascolinità e fertilità alla natura incontaminata. Sulla musica eseguita da cinque violoncelli e nell?atmosfera del più tipico romanticismo ottocentesco, il Cernunnos avrà il volto, la voce e il corpo di due stelle del canto e della danza internazionale.

Teatro musicale
Con la partecipazione straordinaria di
Nicholas Isherwood baritono e direzione musicale
Toni Candeloro danzatore solista

Sophie Norbye, Giulia Lanati, Michele Mammoliti, Valerio Battaglia, Beata Kolodziej violoncelli
Luigi Cannillo supervisione testi poetici e traduzione in tedesco
Luca Guerrieri, Carmine Olivazzi danzatori MM Contemporary Dance Company /Agora Coaching Project

 

Mostrario. parte II

LA SALA DEI GOLEM
Mostro della mitologia ebraica (l?unico presente nei Bestiari) Golem, secondo la leggenda, è stato plasmato nell?argilla dal rabbino di Praga per difendere il popolo ebraico dai suoi persecutori. Come una sorta di Frankenstein ante litteram, questo pre-robot è creato privo di anima per servire l?uomo, ma a causa del suo spirito sempre presente e della sua forza disumana sfugge alle volontà del suo creatore, divenendo pericoloso. È uno stralunato clown ebreo a raccontare le origini del Golem, conducendo insieme ai musicisti la scena che, cadenzata dalla performance dei danzatori, instilla nuovamente la domanda che domina tutto il percorso: chi è il mostro?

Monologo musicale e danza
Davide Gagliardini attore
Davide Carmarino pianoforte
Teofil Milenkovic violino

Silvia Bellot Romanet, Greta Cecconi, Federico Musumeci, Viviana Sanfilippo, Gennaro Todisco danzatori MM Contemporary Dance Company / Agora Coaching Project

 
 

Mostrario. parte II

 

LA CLASSE DEI DIAVOLETTI E IL CAPRO ESPIATORIO
In una classe scolastica dalla prospettiva distorta, un gruppo di allievi-diavoletti infierisce su chi è diverso. Furbi e divertenti, ma anche perfidi e cattivi i diavoletti bullizzano l?inerme capro espiatorio, che accoglie in sé i mali e le colpe della comunità.

Performance dal vivo
a cura della Fondazione Famiglia Sarzi
Maria Antonietta Centoducati, Gianni Binelli, Sabina Ressia burattinai
Ovidio Bigi variazioni musicali e accompagnamento dal vivo
Simona Gollini burattini e scenografie

 

Mostrario. parte II

 

LA SALA DELLA MEDUSA
Invertendo la mitologia classica che la vuole mostro che pietrifica, qui Medusa è creatura pietrificata. Il suo corpo-totem è immobile, e i suoi serpenti sono tubi che la connettono a flussi di informazioni iper-saturanti. Questi video impazziti sono prodotti da un software, creato dall?artista, capace di selezionare e somministrare le immagini più disparate, shoccanti, stranianti, crude, realistiche?

Installazione icono-sonora
performer Anita Lorusso

 
 

Mostrario. parte II

 

IL LUNGO CORRIDOIO DELL?UOMO NERO
Incarnazione di tutte le paure, l?Uomo nero è una presenza dai lunghi artigli avvolta nella semi oscurità di un lunghissimo corridoio-labirinto, 130 metri appositamente dipinti dall?artista. Addentrarsi in quei meandri pieni di nebbia e segni e presenze grafiche significa incontrarlo e consegnargli i timori più reconditi, più profondi, più innominabili.

Performance dal vivo
performer Carlos Giovanny Molina Escalona

 

(la visione del Mostrario è sconsigliata ai bambini)

Luogo: Teatro Due
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LE RANE

Data dell'evento: 03.12.2022 alle ore 21:00

Teatro al Parco, ore 21

(Dal comunicato stampa)
 
da Aristofane
progetto e regia Marco Cacciola
con (in o.a.) Giorgia Favoti, Matteo Ippolito, Lucia Limonta, Claudia Marsicano, Francesco Rina e un coro di cittadini ogni giorno diverso
traduzione Maddalena Giovannelli, Martina Treu
 
"Prodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatri di Bari e Solares Fondazione delle Arti per la regia di Marco Cacciola, Le Rane vede in scena un coro di cittadini ogni sera diverso ad affiancare il nucleo di giovani artisti, nel tentativo di rifondare l?antico legame esistente tra società e teatro. Ogni fase del lavoro ha vissuto momenti collettivi in cui sono state coinvolte diverse realtà attive sul piano sociale, culturale e dell?associazionismo.
Una delle opere più celebri di Aristofane rivive dunque in un allestimento inedito, eterogeneo e condiviso che accompagna il pubblico in un divertente e visionario viaggio negli inferi. In scena assistiamo alle rocambolesche peripezie del dio Dioniso e del suo servo Xantia, diretti verso l?Ade per riportare in vita un Poeta che salvi la città dal degrado culturale. Una commedia che ha per oggetto lo statuto della tragedia ideale può essere definita già dal principio un?operazione metateatrale. E permette di lavorare intorno all?identità speculare che lega il comico e il tragico, alla riscoperta di quel ruolo sociale che la poesia ha sempre avuto e sempre avrà. Il teatro, infatti, per la sua intrinseca sostanza e? fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività. La sfida e? ricucire il dialogo interrotto. In questo modo i temi principali (l?importanza della cultura e del suo valore sociale-politico, il pacifismo ante litteram, la responsabilità individuale e collettiva, l?interrogarsi sul futuro) possono essere trattati alternando l?identificazione più emotiva, capace di abolire distanze e conflitti, con la farsa più divertente, capace di deviare da percorsi già battuti. Il viaggio del dio e del servo e? prima disseminato di incontri singoli che tracciano il percorso, poi si estende a tutto il coro e, infine, all?altra metà del cerchio, il pubblico. Ed e? in questo momento, quando varcano le soglie del mondo di qua, che avviene la cesura, che e? anche un atto di responsabilità. Il coro dei cittadini invade la scena spezzando il procedere della trama e provando a farsi crepa, a sospendere quell?idea di storia come linea retta, progressione continua che non permette di immaginare altro che un futuro come ripetizione corrotta di un eterno presente.
 
Note di regia
La struttura stessa dell?opera originale mi ha suggerito la modalità di lavoro: una drammaturgia on the road divisa in due parti molto diverse tra loro, così come potrebbero apparire diversi i due protagonisti. Viceversa la loro continua relazione di scambio, mascheramento e svelamento, oltre che sintomatica del trasformismo politico denunciato da Aristofane, ci mostra come in fondo entrambi non siano che due aspetti della nostra umanità, in bilico tra afflato divino e greve animalità. Due facce di quello ?specchio ustorio? che e? la commedia, un elastico teso tra alto e basso, tra poetico e popolare. Un ponte al di sopra di un abisso. Nelle tragedie e nelle commedie della Grecia classica in scena erano impegnati pochi attori e un coro formato da cittadini ateniesi. Ho voluto tradurre quella pratica, per coinvolgere realmente la comunità, immaginando uno spettacolo che impegni in scena attori professionisti e cittadini.
Come scrive Marco Martinelli in Farsi luogo: ?Nell?epoca dei grandi media virtuali immateriali, il teatro è il luogo della materia sacra.? Per questo motivo, contro l`individualismo imperante, ci uniamo in cerchio e ci facciamo comunità. Rimettere sul palco un coro che rappresenti la città, oggi, oltre che poetica, e? questione politica. Ri-fondare il coro e ri-fondare la polis. Perché in questo momento storico, ringraziando ancora Martinelli, ?il luogo, e la comunità, e il coro, noi ce li dobbiamo letteralmente inventare?.
Il teatro, come la politica, e? una poesia che non si scrive da soli.
Marco Cacciola
 
Per info e prenotazioni: 0521 992044 

Luogo: Teatro al Parco
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