07.04.2018

MORTE DI GALEAZZO CIANO

Data dell'evento: dal 07.04.2018 al 08.04.2018 alle ore 20:30

Teatro Due, ore 20.30

di Enzo Siciliano

con

Francesco Siciliano Galeazzo Ciano
Emanuele Vezzoli Zenone Benini
Nicola Nicchi Mario Pellegrinotti 
Paola De Crescenzo Edda Ciano
Alice Giroldini Felicitas Beetz
Roberto Abbati
Benito Mussolini

Regia Gianfranco Pannone

 

produzione Fondazione Teatro Due
un ringraziamento speciale per la collaborazione a Fondazione Campus Internazionale di Musica

"Galeazzo Ciano è un ?tipo? italiano che incarna molte fra le contraddizioni della storia nazionale: elegante e volgare, intelligente e opportunista, superficiale e profondo, una figura tragica nascosta dentro un frac.
Enzo Siciliano ha voluto concentrarsi sugli ultimi giorni di prigionia che Ciano ha trascorso nel carcere degli Scalzi a Verona, condannato da Mussolini stesso, ma soprattutto dai nazisti, per i fatti del 25 luglio 1943, che videro molti luogotenenti del Duce deporlo con il ben noto ?Ordine del giorno Grandi?. Qualcuno ha scritto che ?nella cella 27 del Carcere degli Scalzi si consuma una vicenda per la quale nessuno degli ?attori? era stato preparato dalla vita?.
Fulcro del testo, la tragedia del sentirsi al centro della Storia e poi, repentinamente, trovarsi a tu per tu con la morte.
Un dramma che riguarda anzitutto Galeazzo Ciano e sua moglie Edda Ciano Mussolini, una tragedia famigliare e nazionale: ?Il suocero che manda a morte per alto tradimento il marito della figlia amatissima, lacerando affetti e intimità, in un selvaggio andare di parole cui non viene mai meno un senso anche alto dello stare al mondo?.
Il tragico che incontra il futile, l?impotenza che si scontra con un vitalismo ambiguamente scisso tra verità e maniera, oltre Galeazzo, avvolge tutti i protagonisti della vicenda: Edda, Frau Beetz, la spia che amò Ciano, l?amico Zenone Benini, il carceriere Pellegrinotti e lo stesso Benito Mussolini.
Nella pièce di Siciliano si trova una consapevolezza profonda celata dietro l?illusione della salvezza, affidata soprattutto alla forza, all?ostinazione e alla pietas delle due figure femminili, Edda e Frau Beetz.
Nel dramma è come se Ciano vivesse una doppia dimensione: da un lato l?uomo forte, bello, prepotente, vanesio e superficiale, dei tempi d?oro, nel pieno degli anni del consenso; dall?altro lato l?uomo indifeso, sommesso, commosso di fronte alla fine ormai prossima.
Perché questo tornare oggi a un fatto storico risalente a quasi 80 anni fa? Oltre la storia e tutto quello che rappresentò la destituzione di Mussolini, la vicenda di Galeazzo Ciano e di sua moglie Edda, con le sue 22 ?stazioni?, è la tragedia del potere che si vede spogliato dei suoi privilegi e che tra illusioni, interrogativi, tormenti e l?inevitabile disfatta, deve fare i conti con la caducità della vicenda umana." (c.s.)
 
Per info e prenotazioni: 0521 230242

Luogo: Teatro Due
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LA VITA FERMA- SGUARDI SUL DOLORE DEL RICORDO

Data dell'evento: 07.04.2018 alle ore 21:00

Teatro al Parco, ore 21.00

(dramma di pensiero in tre atti)

 

scritto e diretto da Lucia Calamaro.
 
Con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua
 
Una produzione SardegnaTeatro, Teatro Stabile dell?Umbria e Teatro di Roma
coproduzione Festival d`Automne à Paris / Odéon-Théâtre de l`Europe
in collaborazione con La Chartreuse - Centre national des écritures du spectacle
e il sostegno di Angelo Mai e PAV
 
(note di regia) 
La vita ferma è un dramma di pensiero.
La sua gestazione ha avuto in me i tempi faticosi della rivelazione lenta e sommersa, abbordando quel dramma che il pensiero non sa, non vuole, non può gestire.
Per arrivare a centrarne il ?dramma di pensiero? ho buttato via più materiale di quello che resta
Ma il resto, quello che rimane, è per me il punto ultimo di concentrazione di un racconto che accoglie ,sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti.
Non la morte dunque,e non il problema del morire e di chi muore, che sappiamo tutti risolversi sotto la  misteriosa campana del nulla, che strangola sul nascere ogni comprensione.
Ma i morti, il loro modo di esistenza in noi e fuori di noi, la loro frammentata frequentazione interiore e soprattutto il rammendo laborioso del loro ricordo sempre cosi poco all?altezza della persona morta, cosi poco fedele a lei e cosi profondamente reinventato da chi invece vive.
E con i morti,una riflessione aperta sul lutto che ne deriva, la cui elaborazione non è detto sia l?unica soluzione, anzi, là dove una certa vulgata psicologizzante di malcerte origini freudiane comanda, esige, impone di assegnare il più velocemente possibile al proprio desiderio un oggetto nuovo per rimpiazzare l?oggetto perso, forse è li che interviene un racconto , anche uno piccolo come questo, pratica del singolare per antonomasia, a sdoganare il diritto di affermare la tragica e radicale insostituibilità di ogni oggetto d?amore perso, di ogni persona cara scomparsa.
Il dramma di pensare o meno ai morti è comunque il dramma di pensiero di chi resta e distribuisce o ritira, senza neanche accorgersene, una esistenza. Di che tipo sia l?esistenza dei morti non saprei dire, ma come predica  Etienne Soreau ?Non c?è un?esistenza ideale, l?ideale non è un genere  d?esistenza?
La Vita Ferma è dunque uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque, -padre, madre, figlia- attraverso l?incidente e la perdita. E? occorso anche qualche inceppo temporale ad uopo, incaricato di amplificare la riflessione sul problema del dolore ricordo e sullo strappo irriducibile  tra i vivi e i morti che questo dolore è comunque il solo a colmare, mentre resiste". (Lucia Calamaro)
 
Per info e prenotazioni: 0521 992044

Luogo: Teatro al Parco
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