Aprile 2025

WIT

Data dell'evento: dal 05.04.2025 al 17.04.2025 alle ore 20:30

Teatro Due, ore 20.30

(Dal comunicato stampa)

"Torna in scena Wit di Margaret Edson, produzione di Fondazione Teatro Due interpretata da Valentina Banci, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Davide Gagliardini, Salvo Pappalardo, Massimiliano Sbarsi, a cura di Paola Donati. Vincitore di molti premi fra i quali il Pulitzer per il teatro nel 1999 e adattato per la televisione in un film diretto da Mike Nichols con Emma Thompson insignito di un Emmy Award, Wit sarà in scena dal 5 al 17 aprile 2025 al Teatro Due di Parma.

Wit significa ?arguzia? perché propone un approccio ironico alla realtà e un?originale connessione tra elementi antitetici. Questa è la disposizione d?animo di Vivian Bearing (Valentina Banci), protagonista del testo, che adotta una lente originale per osservare la realtà e affrontare la sua battaglia contro il cancro: ?Io so tutto sulla vita e la morte. Dopotutto sono una studiosa dei Sonetti Sacri di John Donne.? Con il meccanismo del teatro si indaga la lotta contro la malattia, il sistema ospedaliero, l?umanità dei medici e il loro rapporto con il corpo dei pazienti, ma anche il ruolo della poesia, della religione e della ricerca, combinando con intensità elementi apparentemente incongrui fra loro come i componimenti poetici di John Donne e la storia di una malattia oncologica.

?E morte non sarà più, virgola, Morte tu morrai? Nient?altro che un respiro, una virgola, separa la vita terrena da quella immortale?. La drammaturgia di Margaret Edson genera un impianto dove il presente della malattia e la riflessione poetica s?integrano nella spietatezza del reale, senza soluzione di continuità, come i versi di John Donne sembrano suggerire.

Fiduciosa nella sua capacità di mantenere il controllo degli eventi, la protagonista applica alla sua condizione lo stesso approccio intensamente razionale e scrupolosamente metodico che ha guidato la sua stellare carriera accademica. Ma mentre la sua malattia e il suo trattamento atrocemente doloroso progrediscono inesorabilmente, inizia a mettere in discussione i valori e gli standard risoluti che l?hanno sempre guidata. Il dramma esamina ciò che rende la vita degna di essere vissuta attraverso l?esplorazione di una delle esperienze universali dell'esistenza, la mortalità, mentre sonda anche l'importanza vitale delle relazioni umane. Il testo restituisce l?acuta sensazione che, sebbene la morte sia reale e inevitabile, la nostra vita è solo nostra e possiamo decidere se amarla o buttarla via: una lezione che è allo stesso tempo ispirante e catartica. Come dice la stessa drammaturga, "Wit non parla di medici e nemmeno di cancro. Parla di gentilezza, ma mostra arroganza. Parla di compassione, ma mostra insensibilità".

In Wit, Edson approfondisce domande senza tempo e senza risposte definitive: come dovremmo vivere le nostre vite sapendo che moriremo? Il modo in cui viviamo la nostra vita e interagiamo con gli altri è più importante di ciò che otteniamo materialmente, professionalmente o intellettualmente? Che ruolo ha il linguaggio nella nostra vita? Possono la scienza e l?arte aiutarci a sconfiggere la morte, o la nostra paura di essa? Cosa ci sembrerà più importante quando la vita giungerà al termine?"

Per info e prenotazioni: 0521 230242

Luogo: Teatro Due
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NON SO STARE

Data dell'evento: dal 05.04.2025 al 06.04.2025 alle ore 21:00

Teatro del Tempo, ore 21 (in replica domenica 6 aprile, ore 17)

Tutto può succedere in una vita, anche dimenticarsi di poterla vivere bene. Sentirsi estranei, non presenti o più facilmente vulnerabili, crea una condizione: quella del "non so stare". Tutto può diventare confuso, pesante. Ogni suono può generare timore, inadeguatezza, fatica. E il corpo non risponde. Si perde. Ma se tutto può succedere in una vita, può accadere che il tutto si ricomponga. E dunque è possibile ripartire da zero. Reagire. Uscire. Anche quando fuori piove.

Debutta sabato 5 aprile alle 21.00 (in replica domenica 6 aprile, alle 17.00) NON SO STARE produzione teatrale di L.O.F.T. con Elisa Cuppini e la regia di Carlo Ferrari (tecnica e luci di Erika Borella).

Dopo un primo studio - presentato la scorsa estate alla rassegna "Sul Naviglio..." e successivamente ad APE Parma Museo, nell'ambito del progetto "Il mio canto libero" - questo weekend andrà in scena la versione compiuta al Teatro del Tempo in Borgo Cocconi a Parma.

Per prenotazioni: scrivere un messaggio al cell. 3403802940

Luogo: Teatro del Tempo
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SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL`ALBA

Data dell'evento: dal 12.04.2025 al 13.04.2025 alle ore 20:30

Teatro Due, ore 20.30 (in replica domenica alle ore 16)

(Dal comunicato stampa)

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo

drammaturgia Gabriele Di Luca

con (in o.a.) Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati

regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

Carrozzeria Orfeo, compagnia teatrale balzata agli onori della critica e al gradimento del pubblico grazie a spettacoli che, con un linguaggio ironico, irriverente e politicamente scorretto, hanno esplorato il mondo degli ultimi, dei reietti, degli esclusi e dei perdenti, presenta a Teatro Due la sua ultima creazione: Salveremo il mondo prima dell?alba, in scena il 12 aprile alle ore 20.30 e il 13 aprile alle ore 16.00, drammaturgia di Gabriele Di Luca, regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi.

Qui il focus è sul mondo del benessere e dell?apparente successo, è il racconto dei primi, dei vincenti, della classe dirigente, dei ricchi, paradossalmente imprigionati nelle stesse responsabilità asfissianti, doveri castranti, sensi di colpa e infelicità che appartengono a tutti e, quindi, frantumati da tutto ciò che la mentalità capitalista non può comprare: l'amore per se stessi, la purezza dei sentimenti, gli affetti sinceri, la ricerca di un senso autentico nell?esistenza. Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati raccontano la vita di alcuni ospiti in una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica dei super ricchi, specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee come dipendenze sessuali, affettive, da lavoro, da psicofarmaci. Sono tutti vittime ognuno della propria dipendenza e del proprio egoismo, vie di fuga da una realtà opprimente. Ma le dipendenze e la riabilitazione costituiscono solo il sintomo esteriore di problemi più profondi ed esistenziali? di una sensazione di smarrimento comune ad un?intera generazione. L?intero spettacolo è metafora di un modello di vita ormai giunto a un punto di non ritorno, dove parole come comunità, umanità e gentilezza sono quasi del tutto scomparse e bandite se non per essere strumentalizzate a fini propagandistici, elettorali e commerciali. Ciò che ne rimane è un?umanità confusa e impaurita, sopraffatta dall?ossessione di questo continuo doversi vendere, con il terrore che nessuno ti voglia mai comprare.

Il tutto esplorato in pieno stile Carrozzeria Orfeo, grazie a un occhio sempre lucido, forse disilluso, che vuole cogliere, con ironia ed estremo divertimento, i paradossi, le contraddizioni e le deformazioni grottesche della realtà, attraverso personaggi strabordanti di umanità, ironia e dolore. L?autore Gabriele Di Luca nella stesura del testo è stato affiancato dalla consulenza filosofica di Andrea Colamedici, di Tlon e ha realizzato con Salveremo il mondo prima dell?alba un lavoro profetico che prefigura ciò che probabilmente ci apprestiamo a vivere.

Per info e prenotazioni: 0521.230242 

Luogo: Teatro Due
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NOVECENTO

Data dell'evento: 12.04.2025 alle ore 21:00

Teatro del Cerchio, ore 21

(Dal comunicato stampa)

di Alessandro Baricco

diretto e interpetrato da Manuele Morgese

con Matteo Costanzi alla tromba e con Walter Monteleoni al pianoforte

Il Teatro del Cerchio, sabato 12 aprile alle ore 21, ospita la messinscena di un famosissimo e avvincente testo di Alessandro Baricco: Novecento, da cui anni fa è stato tratto un film di successo. Novecento racconta la storia di un pianista, Danny Boodman T.D. Lemon, nato e cresciuto su una nave, il Virginian, senza mai mettere piede sulla terraferma. La vicenda, narrata attraverso i ricordi del suo amico trombettista, è un viaggio profondo nei temi della solitudine, dell?arte e della vita. La regia di Manuele Morgese cattura l?essenza intima di questo straordinario personaggio, trasportando gli spettatori in un?atmosfera magica, dove le note di pianoforte e tromba e il ritmo della narrazione si fondono in un equilibrio perfetto.
Ad accompagnare Morgese sul palco ci saranno Matteo Costanzi alla tromba e Walter Monteleoni al pianoforte. Le scene sono, inoltre, impreziosite dai disegni dell?artista Cosbru, che con le sue illustrazioni darà vita visiva ai momenti chiave della storia. Un adattamento fedele e toccante di uno dei testi più affascinanti della letteratura italiana contemporanea. Un viaggio nella sensibilità di un attore che, con il suo approccio unico, rende omaggio a un racconto senza tempo. Nello spettacolo la cura dei dettagli tecnici è affidata a Gianluca Del Buono per l?audio e le luci, mentre i tecnici video Livia Ficara e Ludovica Sciannamblo sono gli artefici di un?immersione visiva coinvolgente.

Per info e prenotazioni: cell. 351 5337070 

Luogo: Teatro del Cerchio
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RIMBAMBIMENTI

Data dell'evento: 12.04.2025 alle ore 21:15

Teatro di Ragazzola, ore 21.15

(Dal comunicato stampa)

di e con Andrea Cosentino

drammaturgia sonora e musica dal vivo Lorenzo Lemme

produzione Cranpi con il sostegno di Fortezza Est

Con un misto esplosivo di comicità e poesia, alto e basso, idiozia e intelligenza lo spettacolo di Andrea Cosentino, in scena sabato 12 aprile alle ore 21.15 al Teatro di Ragazzola, sconfina nei ?Rimbambimenti?, una conferenza sul tempo da parte di un presunto scienziato, accompagnato dal suo doppio marionettistico, un personaggio affetto da Alzheimer, e da un assistente musicista che funge da contrappunto sonoro. Il conferenziere inizia il suo discorso in modo razionale, con l?intenzione di spiegare le misteriose leggi del tempo secondo la fisica quantistica ma perde progressivamente il filo del suo discorso, dimenticando la sua parte e cercando di ricostruirla attraverso appunti e oggetti sparsi sulla scena. Il risultato è una performance che si allontana dalla forma tradizionale di conferenza per abbracciare un formato più vicino all?assurdo, un ?TED Talk? che diventa un inedito gioco tra scienza e follia, tra conoscenza e incoscienza. Un?esplosione di emozioni che trascende la logica, un incontro tra linguaggi teatrali diversi e un?interpretazione audace delle teorie scientifiche, in particolare quelle che riguardano la natura del tempo e dell?entropia.

In scena l?accompagnamento musicale di Lorenzo Lemme, un percorso inizialmente rassicurante e riconoscibile come un ritornello, che progressivamente si complica attraverso il sommarsi di campionamenti, poliritmie e loop-music, abbandonando il ritmo, la melodia, l?armonia, per immergere lo spettatore in un?esperienza sonora che ambisce a creare la libertà di un ascolto al di là di ogni schema. Il risultato è una conferenza esplosa, un mix incosciente tra musica tecnologica, teatro di figura, rigore scientifico e parole in libertà, una clownerie senescente in salsa punk. La performance è un?ode alla disintegrazione della logica e alla bellezza dell?assurdo. Ogni frase dello spettacolo di Cosentino è una continua associazione di idee e pensieri, detti e contraddetti che divertono senza lasciare tregua al pubblico e lo fanno salire sulle montagne russe dei significati: salite articolate che spesso dileggiano i luoghi comuni, scarti bruschi verso vie sempre tangenziali e mai dirette, discese repentine verso la profondità. Il capo e la coda dei discorsi sfidano, ogni volta, le leggi della fisica. Se il tempo è un tutt?uno con lo spazio, questa conferenza bislacca e molto documenta dimostra che il teatro serve a forzare, se non proprio superare, i limiti che la natura ha dato all?umanità.

Per info e prenotazioni: 339.5612798

Luogo: Teatro di Ragazzola
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MATTEOTTI - anatomia di un fascismo

Data dell'evento: 24.04.2025 alle ore 21:00

Teatro al Parco, ore 21

(Dal comunicato stampa)

con Ottavia Piccolo e I Solisti dell?Orchestra Multietnica di Arezzo
di Stefano Massini
regia Sandra Mangini
una produzione Argot Produzioni | Officine della Cultura

Le quattro e mezza del pomeriggio del 10 giugno 1924. Alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all?interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato on. Giacomo Matteotti. Matteotti (anatomia di un fascismo) ripercorre l?ascesa e l?affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall?inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere.
Matteotti li riconobbe: quelli che al caffè dietro il Duomo, a Ferrara, ordinavano il ?celibano? perché non lo sapevano che ?cherry-brandy? è inglese; quelli che dicevano di riportare ordine nel disordine, perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato; quelli che, d?un tratto, sfilarono in migliaia dietro al Contessino Italo Balbo e si presero l?Italia intera.
Giacomo Matteotti ? l?oppositore, il pacifista, lo studioso, l?amministratore, il riformista, il visionario ? prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso (cfr. note di regia).

Io denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l?eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell?ordine.
Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti.
Io denuncio all?Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!

Tempesta, così lo chiamavano. Uno col sangue caldo. A cento anni di distanza è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell?Orchestra Multietnica di Arezzo a prendersi l?impegno di parlare.

Per info e prenotazioni: biglietteriabriciole@solaresdellearti.it

Luogo: Teatro al Parco
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I MIEI SETTE FIGLI

Data dell'evento: dal 25.04.2025 al 27.04.2025 alle ore 18:00

Teatro Due, ore 18:00

(Dal comunicato stampa)

di Alcide Cervi e Renato Nicolai

musiche di Alessandro Nidi

con Paolo Bocelli, Laura Cleri, Davide Gagliardini

con la partecipazione di Aldo Montermini

pianoforte Alessandro Nidi

a cura di Paola Donati

Nell'ambito delle Celebrazioni per gli 80 anni della Liberazione, Fondazione Teatro Due, in collaborazione con ANPI Comitato Provinciale di Parma, propone I miei sette figli di Alcide Cervi e Renato Nicolai. L?appuntamento è dal 25 al 27 aprile alle ore 18.00. A dar voce al testo, scritto nel 1955, stampato in milioni di copie e tradotto in moltissime lingue, saranno gli attori Paolo Bocelli, Laura Cleri e Davide Gagliardini, con la partecipazione di Aldo Montermini, accompagnati dalle musiche di Alessandro Nidi che le esegue dal vivo, una lettura a cura di Paola Donati.

I miei sette figli è un documento fondamentale e una delle massime espressioni letterarie dell?epopea partigiana italiana. La vicenda di Alcide Cervi e dei suoi sette figli è quella di una famiglia contadina e partigiana che non esita a combattere con le armi i nazi-fascisti finché i sette fratelli vengono fucilati da un plotone d?esecuzione. Sopravvissuto allo sterminio dei figli, il vecchio Alcide, ormai settantenne, torna a coltivare la terra e lascia, con la saggezza che viene dal dolore e da una grande fede nella vita, un?indimenticabile testimonianza. Renato Nicolai ha raccolto il racconto di Alcide Cervi e ha trasposto sulla pagina lo spirito dell?epopea che i sette contadini reggiani avevano interpretato fino all?estremo sacrificio, cogliendo nelle sfumature più sottili il linguaggio, la saggezza, l?ineguagliabile patrimonio di cultura schiettamente popolare che affioravano dalle parole del vecchio Alcide.In questo testo toccano il cuore l?intelligenza, l?allegria, la ?virile felicità? con cui la famiglia Cervi vive dal principio alla fine la sua tragica avventura, senza vittimismo, rimpianto o compiacimento eroico.

?La storia dei Cervi - scrisse Sandro Pertini nella prefazione della pubblicazione ? dimostra come si possa diventare antifascisti partendo dai valori più elementari ed essenziali: l?amore per l?uomo, il culto della famiglia, la passione per il lavoro dei campi. I miei sette figli è un piccolo capolavoro di dolcezza, di fierezza e di forza. Una testimonianza della perennità dei valori della Resistenza?.

Per info e prenotazioni: tel. 0521.230242 

Luogo: Teatro Due
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