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SIAMO PARTITI CANTANDO

(Comunicato stampa)

«Cosa facevate voi bambini ad Auschwitz, giocavate?» «Giocare? Avevamo sete. E paura di morire. Ecco tutto, tutto quel che è stato»: Monica Morini e Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa citano un frammento di Vivere ancora. Voci dal filo spinato, spettacolo che in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria sarà in scena sabato 22 e domenica 23 gennaio alla Casa delle Storie di Reggio Emilia nell’ambito di Siamo partiti cantando, una densa due giorni dedicata al rapporto tra memoria, presente e futuro che vedrà in programma, inoltre, concerti, installazioni, cortometraggi, incontri con autori ed esperti d’arte contemporanea e consigli di lettura.

Un progetto culturale di ampio respiro, composto da proposte diverse, rivolte a persone di ogni età, accomunate dalla tensione a rendere vivo e pulsante il ricordo delle vittime di ieri e di oggi. «Etty Hillesum scrive “siamo partiti cantando” su una cartolina. La lancia dal treno che la porta ai campi di concentramento di Auschwitz» spiega Monica Morini «Il canto ci raggiunge, diventa il nostro. Fare memoria ci chiama ad agire sul presente, non a versare lacrime su un passato che non può essere cambiato. L’arte è quel canto che si srotola nell’aria, che resiste al buio dell’indifferenza, che chiama ad agire, nella bellezza e nella solidarietà, insieme. Etty diceva “vorrei essere il cuore pensante di un intero campo di concentramento”. La Casa delle Storie è piccola ma si farà cuore pensante, per non dimenticare».

Sono in programma l'installazione visuale e sonora La notte, dall’omonimo romanzo diElie Wiesel (opere di Franco Tanzi, adattamento del testo, regia e interpretazione Bernardino Bonzani, musiche originali Gaetano Nenna), che sarà fruibile individualmente sabato alle ore 11 e alle ore 16 e domenica alle ore 10 e alle ore 15; un incontro sull’arte contemporanea tra memoria e diritti umani con Fosca Ugoletti della Collezione Maramotti in dialogo con Michele Pascarella (sabato alle ore 17); il concerto Klezmer (clarinetto Gaetano Nenna, fisarmonica Lorenzo Munari) sabato alle 17.30; un confronto tra Annamaria Gozzi e l’autrice, pittrice e illustratrice Sonia Marialuce Possentini a partire dal suo struggente La fioraia di Sarajevo (domenica alle ore 11); la presentazione di cortometraggi internazionali sul tema dei confini, in collaborazione con il Reggio Film Festival, e a seguire un dialogo con i giovani rifugiati del progetto Argonauti (domenica alle ore 16).

E in doppia replica (sabato alle ore 20.30 e domenica alle ore 18.30), l’intenso spettacolo Vivere ancora. Voci dal filo spinato:«Gli scritti di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, ci hanno ispirato nel lavoro di ricerca. Con la Segre condividiamo l’urgenza della memoria in un tempo che cancella tracce del passato e rimuove la pari dignità di ogni essere umano. Le sue parole ci spingono verso la memoria viva del nostro tempo. La Segre ha affermato: “Porterò avanti finché avrò forza e voce il mio ruolo in un mondo in cui, purtroppo, si riaffacciano quegli orrori di cui io son stata testimone. Perché non diventino solo cenere nel vento di Auschwitz tutte le persone che non hanno avuto la tomba: in un tempo crudele come questo, quando il mare si chiude su decine di migliaia di esseri umani che rimangono senza nome". Il teatro è un rito antico che ci guarda negli occhi, ci interroga, ci chiama a vivere responsabilmente il presente, sapendo da dove veniamo: ricordare non basta, fra cinquant’anni faremo sulle sponde del Mediterraneo i nuovi Viaggi della Memoria».

Lo spettacolo, intessuto delle testimonianze di Etty Hillesum, Ruth Kluger, Primo Levi, Elisa Springer, Peter Weiss e Elie Wiesel è scritto, diretto e interpretato da Bernardino Bonzanie Monica Morini, accompagnati al pianoforte da Gaetano Nenna: «Vivere ancora. Voci dal filo spinato è un racconto a due voci che si rafforza con intensi momenti musicali dal vivo» spiegano gli autori «Le foto d’epoca amplificano visivamente la narrazione, traducono le parole in immagini, in un’eco che è anche fisica. Un percorso nella memoria, dai quaderni, dai diari, dalle tracce degli scritti, di donne e uomini sopravvissuti o meno all’inferno dei campi di concentramento. Sono parole e tormenti, sono domande».

Prenotazione obbligatoria con WhatsApp al numero 351 5482101 

La Casa delle Storie si trova in via Beretti 24 a Reggio Emilia.

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