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BOTTEGHE A RACCOLTA: "Un itinerario atipico per creare inventari ad uso futuro"

Pronti a percorrere un itinerario atipico nel cuore della città? A partire da domani, giovedì 6 maggio, sarà possibile visitare le “Botteghe a Raccolta”, il progetto di Associazione Micro Macro, promosso dall’Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Parma, che si svilupperà all’interno di cinque negozi sfitti del centro storico di Parma e che proverà a coinvolgere i cittadini di ogni età in una “riflessione comunitaria e partecipata”. La nuova iniziativa che, da mercoledì a sabato, dalle ore 16.30 alle 19.30, sarà fruibile fino al 29 maggio, prevede infatti una partecipazione attiva da parte dei visitatori, attraverso un piccolo rito di consegna e creazione collettiva di un grande inventario “per uso futuro”.

Nel corso della conferenza stampa, tenutasi martedì 4 maggio in Piazza della Steccata, di fronte ad una delle Botteghe prescelte, quella deputata ad accogliere “Le Parole Importanti”, è stata sottolineata l’importanza di progetti come questo da realizzare nel momento storico attuale. “È il tempo giusto per riscoprire il valore delle relazioni” ha dichiarato Flavia Armenzoni, ideatrice insieme a Beatrice Baruffini e Riccardo Reina e altresì coordinatrice del progetto “ridare vita e sostanza ai piccoli gesti che possono fare la differenza e che possono restituire valore anche agli spazi urbani. Botteghe a Raccolta è stato pensato per questo, per aiutarci ad immaginare, attraverso il linguaggio dell’arte, un mondo altro, fatto di possibilità, di direzioni future, nell’intento di sensibilizzare e disinnescare l’idea che non ci sia più niente da fare. La scelta dei negozi sfitti nasce dalla convinzione che essi siano luoghi capaci di riconnettere e che, al contrario dei non luoghi, possano riaccogliere e aiutare i legami tra le persone”. Una vera e propria “chiamata a raccolta”, dunque, rivolta a tutta la cittadinanza, che prende ispirazione dal già consolidato progetto “S-Chiusi. Viaggio teatrale nei negozi chiusi”, evidenziando quindi l’attitudine propria dell’Associazione Micro Macro, orientata a produzioni e allestimenti in grado d’integrarsi nel tessuto urbano e d’incentivare la relazione territoriale.

Nelle botteghe già allestite non saranno previsti spettacoli o performance, ma si costruirà insieme agli artisti/bottegai una vera e propria “eredità sociale da consegnare ai cittadini del futuro”, lavorando al tempo stesso a una rigenerazione e valorizzazione delle attività commerciali del centro storico e restituendo a quei luoghi un nuovo senso, una prospettiva inedita, una visione inaspettata. “L’arte teatrale è l’arte della relazione per eccellenza” ha proseguito Armenzoni “ecco perché le botteghe verranno temporaneamente gestite da cinque artisti, inventori d’inventari, che avranno il compito di raccogliere i segni, parole, oggetti, ricordi, che costituiscono il patrimonio di una comunità”. Gesti significativi, tratti costitutivi della nostra società verranno così presi in carico nelle diverse botteghe, che saranno ad ingresso libero, e i clienti/visitatori potranno decidere se entrare solo per una visita o se contribuire in prima persona alla realizzazione dell’inventario, attraverso un’azione di memoria, ricordo o collezione. “Si viene per donare qualcosa, qualcosa che può essere una parola, una voce, un oggetto e per immaginare un futuro diverso da questo nostro presente così difficile” ha continuato poi Riccardo Reina “raccoglieremo quelli che definiamo oggetti sociali e che sono gli errori, le cose perdute, i desideri, le parole importanti e le attese. Tutti i segni e gli oggetti che riceveremo potranno salvare i contenuti che costituiscono oggi la nostra collettività”.

Ripopolare spazi dismessi della città per ridare loro luce, vita, colore attraverso l’incontro e per ricostruire così angoli dedicati a un rito artistico in cui la comunità possa riconoscersi, come ha ricordato l’Assessore al Commercio, Cristiano Casa, in chiusura di conferenza: “quest’operazione finalmente prende forma dopo essere stata presentata a febbraio e interrotta dalla zona rossa. Segna una ripartenza ed è importante anche al ripensamento della relazione nella vita commerciale. È rappresentativa, insieme ad altre che abbiamo sostenuto, con bandi e risorse. Con Botteghe a Raccolta si fa spazio alla creatività, per guardare alla realtà in una maniera diversa, più proiettata al futuro”

 

Le botteghe saranno così dislocate (le descrizioni sono tratte direttamente dal Comunicato Stampa):

Bottega degli Errori - Str. Imbriani 45 - Mettere il sale al posto dello zucchero, credere che il sole giri intorno alla terra, scrivere gatto con una T. La storia collettiva dell’umanità si potrebbe raccontare attraverso i suoi errori, alcuni abominevoli, altri rivoluzionari, altri ancora taciuti, gridati, riscritti, rinnegati. L’errore è un’alternativa al vero nella quale incappiamo. È un graffio che segna il giusto, che rompe l’ordine. Raccogliamo gli errori per ricordarci come, attraverso il nostro errare, raccontiamo quello che siamo.

Bottega delle Cose Perdute - Str. Nino Bixio 17 - Ariosto immagina che la luna sia il luogo dove si raccolgono tutte le cose perdute sulla terra; noi invece ci siamo immaginati che questo luogo sia una semplice bottega. Una volta dentro, ci si accorge subito che quella è una bottega singolare, dove non si va per acquistare qualcosa ma per lasciarlo andare per sempre al suo destino, alla sua storia. Un archivio impossibile, capace di contenere ciò che non c’è più proprio perché non ha più l’ansia di ritrovarlo, né la fissazione di tornare a possederlo, ma solo il desiderio di ricordarlo.

Bottega delle Parole Importanti - Str. Garibaldi 12 - Siamo un insieme di parole. Ognuno di noi ha parole che non ha mai detto e parole care, parole di preghiera, parolacce vietate, parole che pronuncia così tanto spesso da dare fastidio, parole antiche e parole che guardano avanti. Scriviamo, ogni giorno, dizionari di noi stessi: scrivania, famiglia, madre, calcestruzzo, mela, anarchia. Ci chiediamo che parole vogliamo salvare, e in questa bottega diventiamo custodi di una lingua che si tramanda e si rinnova di generazione in generazione. Così che dalla superficie di un segno possiamo salvarne il contenuto. Vogliamo sentire il peso delle parole e trovare le radici che ci ancorano gli uni agli altri attraverso di esse.

Bottega dei Desideri - Borgo Regale 24 *dal 12 maggio - L’etimologia della parola desiderio ha a che fare con la stella, non solo metafora di ciò che ci manca, una stella è anche tutto ciò che serve per orientarsi, indica una direzione, per noi stessi e per gli altri. Così un desiderio può indicarci una direzione e più desideri possono tracciare una mappa. Dunque, questa raccolta invertirà la rotta dei desideri spostandola da ciò che manca a ciò che abbiamo: cosa ci muove oggi, adesso? Cosa ci tiene fermi? Cosa vorremmo smuovere?

Bottega delle Attese, via Trento 44 - La nostra vita di tutti i giorni è scandita da continue attese. Aspettiamo l’autobus, aspettiamo un attimo, che i figli escano da scuola, che i genitori finiscano di lavorare, il nostro turno in banca, dal medico, alle poste. Bisogna aspettare. Si aspetta la pioggia, il sole, la neve, si aspetta che il proprio amore si presenti all’appuntamento, si aspettano le scuse, le feste, le ferie, lo stipendio. Ma dove vanno a finire tutte queste attese? Questo tempo sospeso, che scorre a metà tra la noia e la sorpresa? Noi ci siamo immaginati che vadano a finire tutte nella nostra bottega.

Per ulteriori informazioni: www.associazionemicromacro.comwww.parmainvetrina.it

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