(TEATRO DUE CLASSIC) - PETER PAN

(Dal comunicato stampa)

"Nel 2006 Fondazione Teatro Due metteva in scena Peter Pan, produzione tratta dal testo di J.M. Barrie tradotto da Luca Fontana e messo in scena dal regista Davide Livermore.

In scena undici attori: Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Giancarlo Judica Cordiglia, Roberta Cortese, Lorenzo Fontana, Sax Nicosia, Tania Rocchetta, Maria Grazia Solano, Marcello Vazzoler e tre musicisti Simone Bosco, Angelo Conto e Stefano Risso della Banda Baretti che eseguivano dal vivo le creazioni sonore di Andrea Chenna. I costumi erano di Gianluca Falaschi e le luci di Luca Bronzo.

Lo spettacolo sarà messo in streaming sabato 9 gennaio alle ore 20.00 sui canali social della Fondazione Teatro Due: Facebook (TeatroDueParma) YouTube (TeatroDueParma). Alla fine dello spettacolo (ore 22.10 circa) il regista e Direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore converserà con Paola Donati, Direttore di Fondazione Teatro Due, in un incontro in diretta.

A cento anni dalla stesura dell’opera teatrale, che dal 1904 al 1954 in Inghilterra è stata recitata più di diecimila volte e in cui si sono cimentati gli attori più prestigiosi della scena britannica, Fondazione Teatro Due ne ha proposto una versione che recuperava il testo originale spogliandolo dalle edulcorate e ipersemplificate note disneyane.

Risultato: una messa in scena basata sulla fisicità, sulla musica e sui temi originali che il testo di Barrie conteneva ovvero l’incapacità di crescere e accettare le proprie responsabilità, la contrapposizione tra l’incanto del mondo infantile e l’aridità di quello degli adulti e l’elaborazione del lutto o meglio “l’impossibilità di elaborare un lutto e le conseguenze che questo comporta”, come sottolineò il regista. “Quando veniamo investiti da un evento drammatico, siamo più portati a rimuovere piuttosto che ad elaborare l’accaduto: giochiamo ad andare avanti, giochiamo a non pensarci più.”

Peter Pan attinge direttamente al mito di origine greca: il distacco dall’infanzia è avvertito come morte, i riti di passaggio dall’infanzia all’età adulta sono motivo di grande sofferenza e provocano traumi e lutti di estrema ferocia: riti che la letteratura nordica europea conosce e descrive.

La messa in scena curata da Davide Livermore è attraversata da questa cupezza e resa con chiari riferimenti alla realtà contemporanea in termini iconografici e musicali (da Mozart agli Europe).

Contaminazioni sonore, visive e temporali costruiscono una storia che nasconde, sotto una parvenza di divertimento e colore, un carsico sentimento di disperazione dato da una sospensione temporale destinata ad interrompersi e ad essere precipitata nella realtà"

I Perduti della Terradimai sembrano reduci di Woodstock: una folla di ragazzi che giocano alla libertà “coccolati” da un sogno generato da musica, droga e sesso.

La musicalità è dunque il filo conduttore di questo spettacolo. I suoni prodotti dagli attori fuori palco sono il vero ornato scenografico in un ambiente neutro che diventerà tanti luoghi a seconda dell’interazione tra gli attori: casa Darling, la Terradimai e la nave dei pirati.

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