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VI RACCONTO MIO NONNO: GIORGIO GABER

(anteprima del FESTIVAL DELLA PAROLA DI PARMA)

incontro con LORENZO LUPORINI, nipote di Giorgio Gaber, che farà rivivere il mito del nonno attraverso canzoni e parole 

"Geniale, ironico, rivoluzionario, poeta, cantautore e molto altro ancora. Sono tante le parole che hanno accompagnato nel tempo un nome indimenticabile come quello di Giorgio Gaber, artista che più di altri ha tracciato con la sua libera (ma partecipativa), carismatica personalità e nell’infinita ricchezza di forme espressive di cui è stato mirabile interprete, una moltitudine straordinaria di pensieri, percorsi e significati. Ed è proprio al grande valore che il Signor G. ha saputo intellettualmente rappresentare e consapevolemente restituire alla “Parola” tout court, nonché all’azione implicita in essa, che la sesta edizione del Festival della Parola di Parma dedicherà gli appuntamenti del fitto programma che si svolgerà dal 22 al 26 giugno, molti dei quali sono proprio il frutto della collaborazione intrecciata con Fondazione Gaber, patrocinatrice della rassegna di quest’anno.

L’omaggio a Gaber, che proprio nel 2019 avrebbe compiuto 80 anni, avrà, però, anche una speciale anteprima che si terrà domenica 7 aprile alle 18 all’Auditorium del Palazzo del Governatore di Parma: protagonista dell’evento sarà il nipote del grande artista, il giovane Lorenzo Luporini, il quale, con chitarra alla mano e attraverso il contributo video di alcuni filmati, costruirà un sincero incontro/reading, tra parole e musica di celebri canzoni gaberiane, raccontando del nonno, del mito cantautoriale che tutti ricordiamo, ma anche dell’uomo e della sua famiglia. In “Vi racconto mio nonno: Giorgio Gaber”, titolo del progetto che Luporini porta da qualche tempo anche nelle scuole italiane, con l’intento encomiabile e necessario di far conoscere ai giovanissimi la straordinaria figura artistica e umana di Gaber, si rivivrà, così, la sua memoria poetica, il suo genio intellettuale, ma anche parte della sua esperienza affettiva; un’eredità che è “appartenenza” alla storia culturale di tutti, perché come lui stesso amava ripetere “L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”. (c.s.)            

INCONTRO AD INGRESSO LIBERO

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